Le origini della Fiom partono dallo sciopero generale milanese del 28 agosto-6 settembre 1891 e la sua costituzione si ha con il Congresso, tenuto a Livorno il 16 giugno 1901, cinque anni prima di quello della Cgdl (Confederazione generale del lavoro). Con la sua rinascita nell’autunno 1945, ad opera di una commissione rappresentativa delle tre correnti della Cgil, la forza numerica e il riferimento alle origini del movimento assegnano alla Fiom un ruolo di avanguardia del movimento dei lavoratori. Al Congresso costitutivo, che si tiene a Torino dal 5 al 9 dicembre 1946, cambia il significato della sigla: da Federazione italiana operai metallurgici diventa Federazione impiegati operai metallurgici. Il Congresso elegge Segretario Giovanni Roveda che aveva svolto attività sindacale e politica dal primo dopo guerra, poi nella clandestinità e nella Resistenza. La Fiom, che nel dopoguerra conta oltre 600.000 iscritti, rappresenta l’indirizzo social comunista del sindacato e il prestigio della categoria deriva dalla centralità delle fabbriche metallurgiche nell’opposizione al fascismo e dal ruolo assunto nel corso della guerra e della Resistenza. La scissione del 1948 ebbe ripercussioni interne alla Fiom, anche se non in termine numerico degli iscritti che, al X Congresso nazionale, ammontavano a 609.094. Negli anni Cinquanta si apre una stagione di scioperi e rivendicazioni a cui il padronato risponde con discriminazioni, licenziamenti e con l’isolamento dei lavoratori impegnati nelle attività sindacali. E’ di questi anni la flessione del numero degli iscritti che, al Congresso di Livorno del novembre 1952, scendono a 507.360. La divisione sindacale ha come riflesso la firma, nel giugno 1954, di un accordo separato Confindustria con Cisl e Uil. Le minacce di cui erano oggetto i rappresentanti delle commissioni interne portano inoltre alle elezioni alla Fiat a dimezzare i voti della Fiom. Da questi risultati parte una riflessione che farà emergere come causa del voto non solo le intimidazioni del padronato, ma anche il progressivo distacco dell’organizzazione sindacale con la base operaia. Inizia quindi un radicale rinnovamento al vertice e dell’articolazione delle lotte che dovevano svolgersi fabbrica per fabbrica e non subordinate a una linea generale del movimento. Il Congresso del 1956 vede tuttavia il crollo degli iscritti ridotti a 265.836 e, nel 1959, a 185.183. Negli stessi anni riparte l’azione congiunta con Cisl e Uil e alla elezione della Commissione interna alla Fiat, nel 1958, la Fiom ottiene il 32% mentre la Film Cisl dal 45,9% scende al 13,9%. Nel 1960 al XIII Congresso di Brescia c’è un modesto aumento degli iscritti, che salgono a 191.162, ma alle elezioni delle commissioni interne la Fiom registra il 52,7% delle preferenze. Iniziano nuove forme di lotta e, nel dicembre 1960, gli operai celebrano il “Natale in piazza” con la benedizione dell’arcivescovo Montini che testimonia il riconoscimento dell’opinione pubblica delle buone ragioni della lotta sindacale. Gli anni Sessanta rappresentano il decennio, culminato nell' ”autunno caldo” in cui le ore di sciopero registrate e la perdita di produzione furono da record, da settembre a dicembre 1969 sono 184 le ore di sciopero dei metalmeccanici privati e 164 le ore dei metalmeccanici pubblici. Questa fase contrattuale è caratterizzata dal riavvicinamento fra le tre confederazioni e, nel processo di ritorno all’unità sindacale, la Fiom rappresenta la punta avanzata che porterà nel 1973 alla costituzione della Federazione lavoratori metalmeccanici (FLM). Le lotte degli anni Sessanta porta alla conquista di aumenti salariali uguali per tutti, con l’abolizione delle gabbie salariali, delle 40 ore di lavoro settimanali; del diritto di riunione all'interno della fabbrica e di assemblea retribuita per 10 ore annue, l'istituzione della rappresentanza sindacale aziendale. Diritti economici e sociali che vengono consolidati con la legge 20 maggio 1970, n. 300, lo “Statuto dei lavoratori”. Nel 1973 la Fiom, insieme alle altre componenti della Federazione lavoratori metalmeccanici, firma il settimo contratto nazionale, acquisendo le 150 ore di diritto allo studio e le quattro settimane di ferie a cui in segui si aggiunge l'indennità di malattia, d'infortunio e gravidanza.
Nella provincia di Pesaro e Urbino gli operai metalmeccanici organizzati sono 500 già nel 1945 e il primo Contratto collettivo di lavoro per gli impiegati e operai della Montecatini viene firmato dalla Camera del lavoro il 2 maggio 1945. La presenza della Fiom si registra nel corso dell'Assemblea pre congressuale di Fano del 7 marzo 1947 per il I Congresso della Camera confederale del lavoro dell'aprile 1947. Non è tuttavia presente il sindacato di categoria e l'attività viene seguita direttamente dalla Segreteria della Camera del lavoro. Il Segretario generale Cgil, Giacomo Mombello, scrive alla Fiom nazionale (18 gennaio 1963) per informare che non esiste una struttura organizzata della Fiom sul territorio provinciale, ma che è loro intenzione “chiedere ad un operaio - che si è molto distinto per attaccamento e combattività – di lasciare il lavoro e divenire segretario del Sindacato provinciale Fiom”. Fino alla fine degli anni Sessanta l'attività continua ad essere seguita dalla Segreteria della Camera del Lavoro. Il 27 giugno 1970 si tiene il 1° Congresso della Fiom di PesaroFederazione nazionale nel 1963, fino al I Congresso che si tiene a Pesaro il 27 giugno 1970. Al Congresso del 1973 Augusto Isotti viene eletto Segretario provinciale della Fiom - Cgil.
Una prima organizzazione dei bancari nasce a Bari nel maggio del 1944 con l'obiettivo di riunire tutti i sindacati nati in Italia nei diversi Istituti bancari. Dopo il Patto di Roma, del giugno 1944, il primo passo della Cgil fu quello di riconoscere il Sindacato nato a Bari, e il 3 novembre 1944 si costituisce la Federazione italiana dipendenti aziende di credito (Fidac). Il nuovo sindacato parteciperà al Congresso unitario della Cgil a Napoli a gennaio 1945.
Il Congresso fondativo della Fidac si svolge a Bologna dal 26 al 2 febbraio 1947, in quella sede venne approvato lo Statuto e definita la piattaforma contrattuale. Dopo la scissione del 1948 in un primo momento la componente cristiana decide di rimanere nella Fidac, ma a dicembre 1948 ci sarà la scissione e la componente democristiana formerà la Federazione autonoma bancari italiani (Fabi). Al Congresso del 1949 gli iscritti subirono una perdita significativa passando da 56.000 a 24.500 e calando ancora nel 1950, per un'inversione di tendenza si dovrà aspettare la metà degli anni Sessanta.
La Fidae si ricostituisce nel 1945 sulla base dell'organizzazione preesistente nel 1919-1926. La Federazione gravita su Milano dove erano concentrate le aziende elettriche. Il primo Congresso fondativo si tiene nell'estate 1946, nel 1948, la scissione sindacale non provoca inizialmente conseguenze in quanto la caratteristica dell'organizzazione era rivolta soprattutto agli aspetti rivendicativi e prevalentemente apartitica. Ma a fine 1949 la corrente cristiana fonda un proprio sindacato, nel 1950 la Cisnal dà vita alla Flesni (Federazione lavoratori elettrici sindacato nazionale italiano) e nel 1958 nascerà, promossa dalla Uil pubblici servizi, la Uilps. Le scissioni comportarono un calo degli iscritti che dai 41.660 del 1946 passarono a 22.663 nel 1958. Nel 1977, insieme alla Federazione italiana dipendenti aziende del gas (Fidag) e alla Federazione italiana lavoratori degli acquedotti (Filda) darà origine alla Federazione nazionale lavoratori delle energie (Fnle).
A Pesaro la Fidae si costituisce come Sezione sindacale provinciale il 7 dicembre 1963 con Emilio Roberti segretario e Igino Rapini vice segretario.
Il sindacato dei lavoratori del gas si ricostituisce nel novembre 1945, sulla base della preesistente Federazione dei gasisti nata a Milano nel 1901, grazie all'attività clandestina del gruppo romano formato durante la guerra di Liberazione e guidato da Zeno Cinti. Nel Congresso fondativo, tenuto a Bologna, si sceglie di formare un sindacato per i soli lavoratori del gas, escludendo le altre componenti (elettrici, telefonici e acquedotti). Zeno Cinti guiderà il sindacato fino al 1968. La politica del sindacato viene indirizzata verso la rivendicazione di eguali criteri di trattamento per operai e impiegati e per il miglioramento delle prestazioni del Fondo autonomo di previdenza per pensioni e malattia. Viene inoltre perseguita l'unificazione della contrattazione nei confronti delle aziende municipalizzate e di quelle private. Durante gli anni Quaranta gli iscritti continuano a crescere e la Fidag si contraddistingue per la compattezza e il forte senso di solidarismo anche fra le componenti degli operai e dei tecnici, ma nonostante la coesione e i forti legami nel 1949 la corrente cristiana si allontana per formare il Sindacato italiano liberi lavoratori del gas (Sillgas). Dopo la scissione del 1948 la Fidag subisce la scelta della Cgil di spostare la struttura da quella regionale a quella territoriale. Negli anni Sessanta il sindacato si trova ad affrontare i cambiamenti legati alla riconversione industriale in seguito all'introduzione di nuove materie prime, alla crescita degli utenti e all'innovazione tecnologica che rendeva meno significativa l'azione sindacale in occasione di scioperi che in passato potevano bloccare l'erogazione del servizio. La Fidag inoltre aveva cominciato a sostenere la municipalizzazione del servizio comprendendo anche gli altri servizi: acqua e elettricità da affidare all'ente locale. Ma a metà degli anni Sessanta la scelta si sposta verso la nazionalizzazione alla luce della crescente disponibilità di gas naturale di aziende, prima fra tutte l'Eni, per il trasporto e distribuzione. Sul ruolo dell'Eni in tutte le fasi del servizio si incentra il dibattito della Fidag che, negli anni Settanta, riguarda anche le scelte di politica energetica che portarono alla decisione di costituire un'unica federazione dei lavoratori dei servizi pubblici. Nel 1977 nasce quindi la Federazione nazionale lavoratori energia (Fnle).
La Fidat si costituisce a Napoli nell'ottobre 1944 e, con il Congresso fondativo, tenuto a Firenze nel gennaio 1946, si sancisce l'adesione alla Cgil unitaria.
Nei primi anni Ottanta con la fusione tra la Federazione Italiana Postelegrafonici (FIP) e la Federazione Italiana Dipendenti Aziende Telefoniche (FIDAT) si costituisce la Federazione dei lavoratori delle poste e telecomunicazioni (FILPT) e attraverso la fusione tra la Federazione Italiana Lavoratori Spettacolo (FILS) e la Federazione Italiana Lavoratori Poligrafici e Cartai (FILPC) si costituisce la Federazione Italiana Lavoratori dell'Informazione e dello Spettacolo (FILIS).
Dal 1996 il sindacato di riferimento per i lavoratori delle aziende telefoniche è il Sindacato lavoratori comunicazione (Slc-Cgil), nato dalla fusione di sindacati relativi ai postali, postelegrafonici, aziende telefoniche e telecomunicazioni (FILPT) con il sindacato di poligrafici e cartai e lavoratori dello spettacolo (FILIS).
La Federazione italiana facchini autotrasportatori e ausiliari - Fifta si costituisce a Rimini nel dicembre 1964 dall'unione del Sindacato nazionale facchini e ausiliari (Snfa) e del Sindacato italiani trasportatori locali (Sitl). Nel 1973 la Fifta confluisce nella Federazione italiana sindacati trasporti (Fist) che diventa la struttura in cui si riuniscono e si unificano i sei sindacati di categoria: Fiai (Federazione Italiana Autoferrotranvieri e Internavigatori); Fifta (Federazione Italiana Facchini Trasportatori ed Ausiliari); Film (Federazione Italiana Lavoratori del Mare); Filp (Federazione Italiana Lavoratori dei Porti); Fipac (Federazione Italiana Personale Aviazione Civile); Sfi (Sindacato Ferrovieri Italiani). Nel 1980 la Fist diventa Filt: Federazione italiana lavoratori dei trasporti.
La Federazione italiana lavoratori chimici e affini (Filcea) ha origine nel 1968 dalla fusione della Federazione italiana lavoratori chimici e petroliferi (Filcep, istituita nel 1960 dall'accorpamento di funzioni della Federazione italiana lavoratori chimici-Filc e il Sindacato dei lavoratori dell'industria petrolifera-Silp) con la Federazione italiana lavoratori ceramica elettronica vetro e abrasivi (Filceva).
Il sindacato di riferimento per i lavoratori delle aziende del chimico della provincia di Pesaro e Urbino è dal 2010 la Federazione italiana lavoratori chimica tessile energia manifatture (Filctem-Cgil), nata dalla fusione di sindacati relativi all'energia, gas e acquedotti (Fnle) con il sindacato dei chimici, vetrai, abrasivi, petroliferi (Filcea) e il tessile manifatturiero (Filtea).