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Registo de autoridade

L'attività della Sezione del PCI di Fano è attestata già dal settembre 1944, immediatamente dopo la liberazione della città, avvenuta il 27 agosto, dall'occupazione nazifascista (I). Nonostante le fonti documentino, durante il Ventennio fascista, l'esistenza di organizzazioni clandestine comuniste sia a Fano sia nella provincia di Pesaro e Urbino (II), con la fine della guerra e il ritorno alla legalità dei partiti antifascisti la forma istituzionale ed organizzativa del PCI mutò profondamente (III). Tale trasformazione si deve soprattutto alle disposizioni statutarie approvate durante il V Congresso nazionale del Partito - svoltosi a Roma tra il 29 dicembre e il 5 gennaio 1946 - che diede al PCI un'organizzazione che non ha subito, nei successivi quarantacinque anni della sua storia, modifiche tali da alterarne la struttura definita nell'immediato secondo dopoguerra (IV).
Gli statuti approvati dai congressi del PCI dispongono che l'organizzazione di base del Partito sia la cellula, costituita sul luogo di lavoro o su basi territoriali a seconda del luogo di abitazione degli iscritti. Un ruolo conservato, di fatto, fino alla seconda metà degli anni Cinquanta, quando la Sezione, costituita dalle cellule esistenti nel suo territorio, divenne la vera organizzazione periferica di base del Partito (V).
Le Sezioni, secondo quanto disposto dagli statuti, dovevano tendere ad avere una sede permanente e ad essere il centro di vita politica, sociale e culturale per tutti i lavoratori della località in cui la Sezione esercitava la sua giurisdizione. Per le Sezioni - così come per le Federazioni e per il Partito nel suo complesso - il congresso rappresentava il massimo momento deliberativo, le cui decisioni erano obbligatorie per tutti gli iscritti e per tutte le organizzazioni subordinate. Nel caso delle Sezioni, i congressi (ai quali partecipavano i delegati delle cellule in essa comprese), dovevano essere convocati almeno una volta l'anno (VI) ed eleggere il Comitato direttivo, il Collegio dei sindaci e i probiviri.
I Comitati direttivi sono responsabili dell'attività svolta nel territorio della Sezione: controllano il lavoro delle cellule e verificano l'esecuzione delle decisioni del congresso, delle proprie e di quelle di organismi superiori (nel caso di Fano le decisioni della Federazione comunista di Pesaro-Urbino) (VII).
Il Collegio dei sindaci, previsto dalle disposizioni statutarie solamente per gli anni 1957-1962, è deputato al controllo del bilancio preventivo e consuntivo della Sezione.
I probiviri, infine, formano un organo di controllo (istituito dal 1956) che vigila sul rispetto dello Statuto e della disciplina di Partito e che, dal 1962, eredita i compiti già assegnati al Collegio dei sindaci.
La documentazione conservatasi nell'Archivio della Sezione Bruno Venturini e del Comitato di zona del PCI di Fano non consente di affermare con certezza quale fu la prima sede della Sezione, che soltanto nel 1945 si insediò 'ufficialmente' presso Palazzo Bambini, in via De Cuppis (VIII).
La stessa documentazione, al contrario, dimostra che tra il 1945 e il 1950 ricoprirono il ruolo di segretario alcuni tra i protagonisti dell'organizzazione clandestina comunista attiva a Fano all'inizio degli anni Trenta, ovvero, nell'ordine, Silvio Battistelli (sindaco di Fano dal 1946 al 1951), Enzo Capalozza (sindaco di Fano negli anni 1944-1945) e Remo Rovinelli.
E' molto probabilmente del 1946, invece, l'intitolazione della Sezione al partigiano e dirigente comunista Bruno Venturini, nato a Fano il 28 settembre 1909 e ucciso dai fascisti a Brescia il 29 novembre 1944 (IX).
La giurisdizione della Sezione, fino al 1947, si estese per gran parte del territorio comunale fanese; gli iscritti, al 31 dicembre 1946, erano 2034, di cui 1427 uomini e 607 donne (X). Se è vero, infatti, che già tra il 1945 e il 1946 è documentata l'esistenza di Sezioni comuniste presso le frazioni di Cuccurano, Marotta e Carignano (XI), è altrettanto vero che soltanto tra il 1947 e il 1948 il territorio della Venturini si ridusse sostanzialmente. In seguito alle direttive della Conferenza di organizzazione del PCI svoltasi a Firenze nel 1947, "su pressione" della Federazione comunista di Pesaro e Urbino, la Sezione fu infatti scissa nelle Sezioni intitolate ad Alberto Iacucci, Antonio Gramsci (il cui territorio coincideva con il quartiere Gimarra) e (Alessandro?) Bertini e nella Sezione di Fenile, il cui territorio coincideva con l'omonima zona (XII).
Tra il 1945 e il 1962, ovvero l'anno in cui venne costituito il Comitato di zona Basso Metauro, si registra una diminuzione delle Cellule della Sezione da 51 a 34 (XIII). Nonostante questo significò per la Sezione una diminuzione del territorio nel quale esercitava la propria giurisdizione - alcune sue cellule infatti erano state 'promosse' al rango di sezioni - la documentazione conservata nel suo archivio dimostra che la Venturini, che nei documenti è spesso identificata come la "Sezione centrale" o la "Sezione Centro" (XIV), continuò a rappresentare, almeno fino alla costituzione del Comitato di zona, il punto di riferimento per lo svolgimento dell'azione politica, sociale e culturale non soltanto dei suoi iscritti ma anche di quelli delle altre Sezioni della città.
Con l'istituzione del Comitato di zona, infatti, la Sezione Venturini, come del resto suggerisce la minore documentazione prodotta, diminuì le sue attività lasciando di fatto al Comitato l'iniziativa politica e il coordinamento dell'azione delle diverse Sezioni fanesi.
A questo proposito, alcuni documenti conservati nell'Archivio della Sezione e del Comitato di zona, spiegano efficacemente in che modo si ridussero l'autonomia e le attività della Sezione Venturini (e delle altre Sezioni fanesi) successivamente all'istituzione del Comitato.
Nel 1967, infatti, il segretario della Sezione fanese di Gimarra, Damiano Savio, intervenendo sul mensile "Vita di Sezione", "critica il funzionamento spesso burocratico dei comitati di zona che convocano assemblee e riunioni non per discutere ma solo per ratificare quanto discusso dalla segreteria" (XV).
Nel 1971, inoltre, è utile osservare come il piano di lavoro definito dal Comitato di zona per la preparazione della Conferenza di organizzazione che si svolse il 13 giugno prevedesse il rafforzamento della struttura del Partito e più precisamente lo svolgimento di "un lavoro politico-organizzativo nelle sezioni più deboli" (XVI). Tra queste, appunto, è compresa la Sezione Fano Centro, ovvero la Sezione Venturini (XVII).
Nel 1976, infine, nel suo intervento pronunciato durante la Conferenza di organizzazione del Comitato di zona svoltasi l'11 e il 12 giugno, Giuliano Roberti (membro del Comitato direttivo della Sezione Venturini), affrontò il "problema delle sezioni" ricordando come le Sezioni della zona di Fano si siano "spesso riunite solamente per discutere sul tesseramento e sulla sottoscrizione della stampa" e denunciando come tale attività sia di fatto insufficiente (XVIII).
Nel corso degli anni Sessanta, del resto, il numero degli iscritti e delle Cellule della Sezione si era ridotto ulteriormente: nel 1972, infatti, la "Sezione Centro" annoverava 307 iscritti e comprendeva soltanto 4 cellule (XIX), mentre a Fano erano presenti Sezioni che nella documentazione dei decenni precedenti risultavano essere Cellule della Venturini (si pensi ad esempio alle Sezioni ubicate presso la località di Metaurilia o alla Sezione Leda Antinori di via Fanella) (XX).
Anche relativamente al modus operandi della Sezione, la documentazione conservata nel suo archivio attesta profonde differenze nel periodo compreso tra l'immediato secondo dopoguerra e i decenni successivi: se ancora all'inizio degli anni Cinquanta, infatti, la Sezione ripartisce le proprie attività tra il Comitato direttivo, la Segreteria e commissioni incaricate di seguire branche di lavoro diverse (lavoro di massa, organizzazione, lavoro sindacale, lavoro giovanile, lavoro femminile, amministrazione, stampa e propaganda) (XXI), negli anni successivi l'attività della Venturini appare di fatto demandata prevalentemente al lavoro dei segretari (soprattutto Aldo Amati ma anche Walter Leonardi, Mario Omiccioli, Sergio Marchegiani e Oscardo Severi) e dei componenti i Comitati direttivi.
La Sezione Bruno Venturini, che condivideva la propria sede con Comitato di zona, nel 1968 si trasferì da Palazzo Bambini in via de Petrucci, dove rimase fino al 1976, quando si spostò nella sede di viale Gramsci, presso cui restò fino al suo scioglimento, avvenuto nel 1991(XXII).

Note
(I) Cfr. i docc. conservati in APCISBVCZF, serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli, sottoserie Documenti 1944, fasc. [1944. 1206 Comitato di Sezione e di coordinamento Bruno Venturini Fano; 1206.05 Corrispondenza, convocazioni] (b. 1, fasc. 6).
(II) Cfr. ivi, serie Carteggio amministrativo, fasc. [Carteggio amministrativo 1944-1946] (b. 16, fasc. 1), la relazione della Federazione comunista di Pesaro e Urbino sul lavoro svolto nella provincia per l'applicazione della politica del Partito dalla liberazione al set. 1945; vedi anche le informazioni contenute in L. Venturini Callegari, Bruno Venturini. Umanità razionalità e passionalità politica di un combattente per la libertà, Vangelista, Milano, 1987, pp. 15-36.
(III) Per una sintetica ma utile ricostruzione della storia istituzionale del PCI cfr. S. Twardzik (a cura di), I manifesti della Federazione milanese del PCI (1956-1984). Inventario, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali-Ufficio centrale per i beni archivistici, 1999, il capitolo L'assetto organizzativo della Federazione milanese del Partito comunista italiano, pp. 20-40.
(IV) Cfr. Statuto del Partito comunista italiano. Approvato dal V congresso nazionale del PCI, Roma, UESISA, [1946].
(V) Cfr. Twardzik (a cura di), I manifesti della Federazione milanese del PCI (1956-1984) cit., p. 23: la 'crisi' delle cellule è di fatto 'ratificata' dalle disposizioni statutarie del 1966 che, prevedendo la possibilità di costituire anche sezioni aziendali, determinarono la loro introduzione al posto dei comitati di fabbrica (ai quali, secondo quanto disposto dallo Statuto approvato al termine del IX Congresso svoltosi nel 1960, era stato riconosciuto il ruolo di direzione e coordinamento delle attività svolte dal Partito nelle fabbriche, aziende e istituti presso i quali esistevano più cellule).
(VI) Nel caso della Sezione di Fano è possibile affermare che tale disposizione statutaria venne disattesa (cfr. i documenti conservati in APCISBVCZF, serie Congressi di sezioni, sottoserie Congressi della Sezione Bruno Venturini).
(VII) Nel caso dei documenti conservati nell'Archivio della Sezione Bruno Venturini e del Comitato di zona del PCI di Fano il Comitato direttivo è per lo più indicato come "Comitato di Sezione".
(VIII) Cfr. ivi, serie Carteggio amministrativo, fasc. Mat[eriale] vario [1949] (b. 16, fasc. 4), l'estratto di deliberazione della Giunta comunale di Fano del 24 gen. 1946: il Comune di Fano aveva affittato alla Sezione i locali del secondo e del terzo piano di Palazzo Bambini con deliberazione del 23 set. 1944; questi, però, "furono requisiti subito dopo dalle truppe alleate fino al 6 giugno 1945"; dopo la fine dei lavori di restauro che riguardarono sette locali del primo piano, avvenuta il 29 lug. 1945, la Sezione usufruì complessivamente di diciotto ambienti; la deliberazione del gen. 1946, quindi, stabiliva che la Sezione dovesse pagare un affitto annuo di 12000 lire per il periodo compreso tra il 1° agosto 1945 e il 31 luglio 1946 e, successivamente al compimento dei lavori di restauro degli ambienti del secondo piano, un affitto annuo di 18000 lire. Cfr. anche, ivi, serie serie Documenti 1946-1950 in fascicoli originali, fasc. "Ricevute pagate" (b. 9, fasc. 4): dalla documentazione conservata si evince che nel 1946 la sede della Sezione era sicuramente in via de Cuppis, presso Palazzo Bambini.
(IX) Cfr. i docc. conservati in ibidem. Cfr. anche Venturini Callegari, Bruno Venturini cit., p. 74, il testo della lettera del dic. 1945 inviata da Maria Bellinato (amica di Bruno Venturini e di sua moglie Libera) a Giancarlo Pajetta. La Bellinato chiede a Pajetta di adoperarsi per l'intitolazione a Venturini di una Sezione del Partito.
(X) Cfr. APCISBVCZF, serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli, sottoserie Documenti 1947, fasc. [1947. 1105 Congressi, conferenze, convegni di zona e di sezione di Pesaro; 1105.01 Congressi, conferenze, convegni delle sezioni di Fano] (b. 4, fasc. 4), la relazione organizzativa presentata al congresso del 21 set. 1947.
(XI) Cfr. i docc. conservati in ivi, sottoserie Documenti 1945, fasc. [1945. 1206 Comitato di Sezione e di coordinamento Bruno Venturini Fano; 1206.03 Riunioni Comitati di rione; 1206.05 Corrispondenza, convocazioni] (b. 2, fasc. 6); ivi, sottoserie Documenti 1946, fasc. [1946. 1206 Comitato di Sezione e di coordinamento Bruno Venturini Fano; 1206.03 Riunioni Comitati di rione; 1206.05 Corrispondenza, convocazioni] (b. 3, fasc. 5); ivi, fasc. [1946. 1209 Cellule della Sezione di Fano; 1209.03 Relazioni riunioni di cellula; 1209.05 Convocazioni, corrispondenza] (b. 3, fasc. 7).
(XII) Cfr. ivi, sottoserie Documenti 1948, [1948. 1104 Conferenze e convegni provinciali svoltisi a Pesaro. 1105 Congressi, conferenze, convegni di zona e di sezione di Pesaro; 1105.01 Congressi, conferenze, convegni delle sezioni di Fano] (b. 5, fasc. 4), il verb. dei lavori del congresso della Sezione svoltosi il 16 mag. 1948.
(XIII) Cfr. i docc. conservati in ivi, sottoserie Documenti 1945, fasc. [1945. 1209 Cellule della Sezione di Fano; 1209.01 Elenchi componenti e segretari delle cellule e dei Comitati di cellula; 1209.02 Relazioni politico-amministrative mensili; 1209.03 Relazioni riunioni di cellula] (b. 2, fasc. 7) e ivi, serie Congressi di sezioni, sottoserie Congressi della Sezione Bruno Venturini, fasc. "Materiale congressuale X° Congresso [nazionale]" (b. 12, fasc. 6).
(XIV) Cfr. ad esempio i docc. conservati in ivi, serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli, sottoserie Documenti 1948; ivi, serie Verbali, fasc. "Comitato di coordinamento [e amministratori]" (b. 15, fasc. 5); ivi, serie Congressi di sezioni, sottoserie Congressi della Sezione Bruno Venturini, fasc. "XIII Congresso Fano 15-16 gennaio 1972" (b. 12, fasc. 9).
(XV) Cfr. ivi, Carteggio amministrativo, fasc. "Comitato zona Fano-Fossombrone 5-3-1967. Comitato sezione" (b. 17, fasc. 33), "Vita di Sezione", n. 6, mag. 1967.
(XVI) Cfr. ivi, serie Conferenze di organizzazione del Comitato di zona di Fano, fasc. "13 giugno 1971. Piano di lavoro-Conferenza di organizzazione" (b. 14, fasc. 4).
(XVII) Ibidem.
(XVIII) Cfr. ivi, fasc. "Verbali Congressi di Sezione e Conferenza d'organizzazione" (b. 14, fasc. 5), il verb. del Congresso della Sezione Venturini svoltosi il 20 dic. 1975 e relativo anche all'elezione degli organismi dirigenti della Sezione e dei delegati alla Conferenza di organizzazione della zona e l'intervento alla Conferenza di Roberti, che disse anche le seguenti parole: "bisogna fare molto di più, oggi compagni è necessario discutere di tutto con assiduità e specificatamente problema per problema, bisogna trovare il modo che la sezione diventi il fulcro del Partito[,] la sede dove si elaborano e si apportano i maggiori contributi per la risoluzione di tutti i nodi che sono da affrontare, è necessario promuovere all'interno di essa una più massiccia partecipazione perchè esse sono il più diretto strumento per recepire e contribuire a risolvere le giuste istanze di tutti i cittadini, di tutta la popolazione di una zona [...]".
(XIX) Cfr. ivi, serie Congressi di sezioni, sottoserie Congressi della Sezione Bruno Venturini, fasc. "XIII Congresso Fano 15-16 gennaio 1972" (b. 12, fasc. 6), il verb. del congresso della Sezione svoltosi il 15-16 gen. 1972.
(XX) Cfr. ibidem, il "Piano dei congressi di sezione" della zona di Fano, [1972].
(XXI) Cfr. soprattutto i docc. conservati in ivi, serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli.
(XXII) Informazioni dedotte dalla documentazione conservata in APCISBVCZF e da un'intervista rivolta a Franco Costanzi (responsabile del Comitato di zona tra il 1968 e il 1976).

Federazione italiana lavoratori del mare - Film
MdM_IT_E_00094 · Pessoa coletiva

La FILM (Federazione italiana lavoratori del mare) si costituisce a livello nazionale nel 1901 e nel 1981 confluisce nella Filt insieme agli altri sindacati dei trasporti. A livello provinciale è presente documentazione a partire dal 1945 relativa all'attività svolta a sostegno della Cooperativa marinai e pescatori di Pesaro.

Federazione Italiana dipendenti aziende elettriche - Fidae
MdM_IT_E_00095 · Pessoa coletiva · 1944-1977

La Fidae si ricostituisce nel 1945 sulla base dell'organizzazione preesistente nel 1919-1926. La Federazione gravita su Milano dove erano concentrate le aziende elettriche. Il primo Congresso fondativo si tiene nell'estate 1946, nel 1948, la scissione sindacale non provoca inizialmente conseguenze in quanto la caratteristica dell'organizzazione era rivolta soprattutto agli aspetti rivendicativi e prevalentemente apartitica. Ma a fine 1949 la corrente cristiana fonda un proprio sindacato, nel 1950 la Cisnal dà vita alla Flesni (Federazione lavoratori elettrici sindacato nazionale italiano) e nel 1958 nascerà, promossa dalla Uil pubblici servizi, la Uilps. Le scissioni comportarono un calo degli iscritti che dai 41.660 del 1946 passarono a 22.663 nel 1958. Nel 1977, insieme alla Federazione italiana dipendenti aziende del gas (Fidag) e alla Federazione italiana lavoratori degli acquedotti (Filda) darà origine alla Federazione nazionale lavoratori delle energie (Fnle).
A Pesaro la Fidae si costituisce come Sezione sindacale provinciale il 7 dicembre 1963 con Emilio Roberti segretario e Igino Rapini vice segretario.

Istituto nazionale confederale di assistenza - Inca
MdM_IT_E_00065 · Pessoa coletiva · 1945 feb. 11-

L'Inca (Istituto Nazionale Confederale di Assistenza) nasce l'11 febbraio 1945 in occasione del I° Congresso della Cgil. La sua missione è quella di difendere i diritti dei lavoratori, delle lavoratrici e di tutti i cittadini italiani, anche residenti all'estero e contribuire a riformare la legislazione sociale per realizzare un sistema di protezione basato sui principi di uguaglianza e libertà.
Nel 1947 una legge dello Stato italiano ha riconosciuto il ruolo e la funzione degli Enti di patronato attribuendo ad essi il compito di assistenza per il riconoscimento dei diritti in base alle normative in materia di: previdenza, salute e benessere nei luoghi di lavoro, infortuni e malattie professionali e prestazioni socio assistenziali.
La legge n. 152 del 2001, aggiornando la disciplina degli Istituti di patronato e confermandone le funzioni, ha previsto nuovi campi di intervento. Nel 2008 un nuovo Regolamento ha ulteriormente esteso gli ambiti d'azione.
L'Inca rappresenta una delle quattro verticalità del Sistema dei Servizi della Cgil, composto da Sol (Servizi orienta lavoro), Uvl (Uffici vertenze e legale) e Caaf Centri di assistenza autorizzata fiscale).
Inoltre, l’Inca fa parte integrante del Coordinamento patronati (Ce.Pa) insieme a Inas, Ital e Acli, che rappresenta la sede unitaria dei maggiori patronati italiani di emanazione sindacale, per l'elaborazione di proposte migliorative del sistema previdenziale e di welfare anche nel confronto con gli Istituti di previdenza pubblici italiani.
La struttura dell’Inca è formata a livello nazionale dal Presidente, dal Collegio di presidenza e dal Consiglio di amministrazione, le sedi regionali hanno funzioni di coordinamento e di programmazione dell’attività delle strutture territoriali, garantendo il necessario raccordo con il livello nazionale. Le sedi provinciali assicurano la gestione e l’erogazione dei servizi, attraverso gli uffici e gli operatori specializzati. La struttura delle sedi provinciali prevede un direttore nominato dalla Segreteria su proposta del Direttivo della Cgil.
I servizi di cui si occupa l’INCA sono la previdenza, che è tradizionalmente al centro dell'intervento dell'Istituto, accreditato negli anni come punto di riferimento per le tematiche che riguardano la vita lavorativa, l'accesso alla pensione e la gestione dei trattamenti; la salute nei luoghi di vita e di lavoro, l'Inca infatti, sin dalle origini, ha caratterizzato la sua azione per contrastare il fenomeno degli infortuni e l’emersione delle malattie professionali. Altro ambito di intervento riguarda l’immigrazione e l’emigrazione dall’Italia, sin dai primi anni cinquanta l'Inca si è adoperata in favore dei nostri connazionali emigrati, operando per favorire la loro integrazione sociale nei Paesi esteri ospitanti, sviluppando rapporti di collaborazione con i sindacati, le Autorità e gli Enti previdenziali locali. Dopo la lunga stagione di emigrazione, in Italia l'ingresso dei cittadini stranieri è diventato un fenomeno strutturale e l'Inca ha saputo costruire una nuova interlocuzione con le Istituzioni italiane, quali il Ministero dell'Interno, le Questure, le Prefetture, a vario titolo coinvolte nelle procedure di regolarizzazione dei migranti, svolgendo inoltre un'azione importante per la modifica delle normative in materia di migrazione.
L’Inca infine cura gli interventi a favore della famiglia per l'assistenza alle persone nell'ottenere sia prestazioni economiche di natura assistenziale, destinate a integrare il reddito dei beneficiari, sia il riconoscimento del diritto ad astenersi dal lavoro per determinati periodi in occasione di maternità e paternità.

Sindacato pensionati italiano - SPI
MdM_IT_E_00114 · Pessoa coletiva · 1977 apr. 29 -

Al Congresso tenuto a Montecatini dal 26 al 29 aprile 1977 la Federazione italiana pensionati (Fip) cambia la sua denominazione in Sindacato Pensionati Italiani (SPI), col ruolo di Sindacato generale che rappresenti la generalità di interessi dei cittadini e che rafforzi la contrattazione sul territorio, ampliando quindi la capacità di rappresentanza della CGIL.

Federazione Italiana lavoratori trasporti - Filt
Pessoa coletiva

La Filt-Cgil è il sindacato di riferimento dei lavoratori dei trasporti costituito al Congresso di Livorno il 18-21 mar. 1980. Nella provincia di Pesaro e Urbino è presente al Congresso comprensoriale di Pesaro il 13 giugno 1981. La Federazione italiana lavoratori trasporti (Filt) subentra alla Federazione italiana sindacati trasporti (Fist), costituita al Congresso di Genova (11-14 aprile 1973) che coordinava l'azione dei sindacati dei lavoratori dei trasporti e diventa la struttura in cui confluiscono e si unificano i sei sindacati di categoria: Fiai (Federazione Italiana Autoferrotranvieri e Internavigatori); Fifta (Federazione Italiana Facchini Trasportatori ed Ausiliari); Film (Federazione Italiana Lavoratori del Mare); Filp (Federazione Italiana Lavoratori dei Porti); Fipac (Federazione Italiana Personale Aviazione Civile); Sfi (Sindacato Ferrovieri Italiani).

Sindacato provinciale autoferrotranvieri
Pessoa coletiva

Il Sindacato provinciale autoferrotranvieri è presente fra le carte della Cgil della provincia di Pesaro e Urbino dal 1959 al 1975. Membri della Segreteria (Giuseppe Galuzzi, Elmo Del Bianco) della Camera confederale del lavoro seguivano il Sindacato autoferrotranvieri e successivamente la Federazione italiana autotrasportatori e internavigatori (Fiai).
La prima denominazione del Sindacato, che comprendeva i ferrotranvieri e i lavoratori delle autolinee, scelta nel 1947 era Federazione nazionale autoferrotranvieri e internavigatori (Fnai) che si costituisce con il Congresso del luglio 1948. Al Congresso Fnai del 1968 fu stabilito che la denominazione sarebbe stata Federazione italiana autotrasportatori e internavigatori, Fiai e non più Fnai.
Nel 1973 la Fiai, insieme agli altri cinque sindacati dei lavoratori dei trasporti, confluisce nella Fist che, con il Congresso del 1980, diventerà Filt.