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Record d'autorità

Dopo la breve esperienza del Comitato di zona di Fano formatosi nel 1949, la cui attività, con ogni probabilità, non durò per più di tre anni(1), un 'nuovo' Comitato, denominato "Comitato di zona Basso Metauro", venne costituito nel 1962(2).
Sulla discontinuità dei due organismi, infatti, non ci sono dubbi. Al di là dell'assenza di fonti documentarie che attestino l'attività, nel decennio compreso tra il 1952 e il 1962, del Comitato istituito nel 1949(3), l'istituzione ex novo del Comitato è dimostrata dalla lettera con cui Alfideo Mili (a nome della Commissione Organizzazione della Federazione del PCI di Pesaro-Urbino) informò i Comitati direttivi delle Sezioni e delle Cellule di Fano che il Comitato federale "ha deciso la costituzione del Comitato Zona del Basso Metauro"(4).
Secondo quanto scritto da Mili, la "necessità" che aveva spinto la Federazione a "dare vita" al Comitato, la cui costituzione ufficiale avvenne l'8 aprile 1962 durante una riunione organizzata presso "la Sezione di Fano" (ovvero la Sezione Venturini), era stata determinata dallo "sviluppo industriale e alberghiero del Basso Metauro e di altri comuni il cui centro rimane Fano"(5).
Nella lettera di Mili, inoltre, sono elencati i comuni compresi nel 'nuovo' Comitato, ovvero Fano, Mondolfo, San Costanzo, Montemaggiore, Saltara e Cartoceto. Se si escludono le Sezioni del comune di Mondolfo, che non sempre furono comprese nel Comitato(6), e il breve periodo in cui questo si unì con il Comitato di Fossombrone(7), la zona di competenza del Comitato rimase invariata fino al suo scioglimento.
Al di là della motivazione ufficiale riportata da Mili, ovvero lo sviluppo economico del Basso Metauro, la costituzione del Comitato di zona di Fano rappresenta anche il punto di arrivo di un percorso finalizzato al decentramento territoriale avviato e concluso dal Partito per mezzo delle disposizioni statutarie approvate al termine dell'VIII e del X Congresso nazionale del PCI, ovvero tra il 1956 ed il 1962(8).
Un percorso che ha determinato la trasformazione di organismi 'intermedi' quali i comitati comunali e i comitati di zona da "strutture puramente esecutive" ad organismi elettivi e dotati di una propria autonomia(9). Se lo Statuto approvato dall'VIII Congresso, infatti, prevedeva che il Comitato di zona fosse eletto annualmente dall'assemblea dei Comitati direttivi delle Sezioni esistenti nella zona(10), quello approvato al termine del X Congresso, nel tredicesimo articolo dedicato ai "Compiti degli organismi decentrati", precisava infatti come organismi quali il Comitato cittadino, il Comitato comunale e il Comitato di zona avessero "compiti di elaborazione, di stimolo e di direzione dell'iniziativa politica nel comune, nella città o nella zona, sotto la direzione del Comitato federale, nel quadro della politica generale del partito" e come questi fossero tenuti a rispondere dell'attuazione della linea politica del Partito "dinnanzi alle assemblee che li eleggono e al Comitato federale"(11).
Come scrive Mili, del resto, il Comitato, "visto nel quadro del decentramento politico, ha il dovere di assumere la dovuta autonomia che gli compete alfine di essere in grado di elaborare e portare avanti il lavoro [...]"(12). Il Comitato di zona Basso Metauro, che condivideva la propria sede con la Sezione Venturini presso Palazzo Bambini (in via De Cuppis), almeno a partire dal 1964 venne eletto durante le Conferenze di organizzazione alle quali partecipavano i delegati eletti dalle Sezioni comprese nella zona(13).
L'attività del Comitato, i cui primi responsabili, tra 1962 e il 1967, furono Aldo Amati e Lamberto Martellotti(14), venne portata avanti soprattutto dagli iscritti della Sezione Venturini: se si scorrono i nominativi dei compagni eletti nel Comitato e nella sua segreteria ma anche quelli dei suoi responsabili, ci si accorge infatti come questi provenissero in maggioranza da quella stessa Sezione(15).
Ciò, unitamente a quanto disposto dalle disposizioni statutarie citate, e probabilmente anche a causa della condivisione della stessa sede, ha determinato la riduzione delle attività della Venturini. La Sezione infatti, come suggerisce la documentazione conservata nel suo archivio (e la stessa 'sorte' riguardò anche le altre Sezioni fanesi), sembra ridurre progressivamente la sua azione e la sua autonomia(16).
E' indicativo, del resto, che la quantità di documentazione conservatasi nell'Archivio della Sezione e del Comitato di zona, a partire dagli anni Sessanta, risulti essere prodotta per lo più dal Comitato, che oltre a coordinare le attività connesse al funzionamento interno delle Sezioni della zona (tesseramento, organizzazione di sottoscrizioni, diffusione della stampa) e a dettare la linea politica (si vedano i documenti prodotti al termine delle Conferenze di organizzazione) si sostituisce alla Venturini anche nell'organizzazione delle Feste de l'Unità e della propaganda elettorale che precede le elezioni. La dimostrazione della centralità del ruolo ricoperto dal Comitato, infine, è provata dai convegni e dalle iniziative (comizi e manifestazioni) promossi a partire dallo stesso anno della sua costituzione(17).
Dopo la già ricordata unificazione con il Comitato di zona di Fossombrone, avvenuta nel 1967 e durata probabilmente poco più di un anno(18), il Comitato, che nei documenti è quasi esclusivamente denominato come "Comitato di zona di Fano" tornò a comprendere quei comuni che gli erano stati assegnati al momento della sua costituzione (con l'eccezione, alla quale si è già accennato, del caso del comune di Mondolfo). Suoi responsabili furono quindi Franco Costanzi (dal 1968 al 1976) e Giuliano Lucarini (dal 1976)(19).
A testimonianza della crescente vitalità di questo organismo, infine, si sottolinea come, nella seconda metà degli anni Settanta, il Comitato diede vita a sei Commissioni di lavoro incaricate di affrontare le problematiche della zona inerenti l'organizzazione del Partito, i problemi del lavoro, le regioni e le autonomie locali, la scuola e la cultura, le diverse questioni femminili e la programmazione e la pianificazione territoriale(20).
L'attività del Comitato, che condivise con la Sezione Venturini anche le successive sedi di via de Petrucci (dal 1968) e viale Gramsci (dal 1976) si concluse nel 1991 contestualmente allo scioglimento del PCI(21).

Note
(1) Cfr. APCISBVCZF, serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli, sottoserie Documenti 1949, fasc. [1949. 1205 Segretario, Segreteria della Sezione di Fano Bruno Venturini. 1206 Comitato di Sezione e di coordinamento Bruno Venturini Fano; 1206.01 Segheria Cofalmeccanica di Fano. 1209 Cellule della Sezione di fano; 1209.02 Relazioni politico-amministrative mensili; 1209.03 Relazioni riunioni di cellula; 1209.04 Riunione segretari e Comitati di cellula] (b. 6, fasc. 4), il verb. di riunione del Comitato di coordinamento delle Sezioni del PCI di Fano del 30 mar. 1949, nel quale il segretario Manna "da notizia della costituzione del Comitato di zona, legge i nomi dei compagni a cui fanno parte e spiega le sue funzioni" [sic].
(2) Cfr. ivi, serie Carteggio amministrativo, fasc. "Documenti e Corrispondenza. Piani di lavoro" (b. 17, fasc. 28), la lettera inviata da Alfideo Mili ai Comitati direttivi delle Sezioni e delle Cellule di Fano, Pesaro 3 apr. 1962.
(3) Docc. che attestano l'attività del Comitato di zona nel 1950 sono conservati in ivi, serie Commissione Organizzazione della Sezione Bruno Venturini, fasc. "Comitato di zona" (b. 11, fasc. 7); nella biografia di Aldo Amati, da lui redatta nel 1954, egli afferma di essere stato responsabile del Comitato nel 1951: cfr. APCIFPU, fasc. "Biografie", b. 3, fasc. 1 (la segnatura è provvisoria in quanto il fondo è in procinto di essere riordinato).
(4) Vedi la lettera cit. nella nota 2.
(5) Come sopra.
(6) Cfr. i docc. conservati in APCISBVCZF, serie Organizzazione e amministrazione, sottoserie Tesseramento e sottoscrizioni, fascc. 13 e seguenti; il dato è stato confermato anche da Franco Costanzi, responsabile del Comitato dal 1968 al 1976.
(7) Cfr. ivi, serie Carteggio amministrativo, fasc. "Comitato zona Fano-Fossombrone 5-3-1967. Comitato sezione" (b. 17, fasc. 33).
(8) Su questo argomento e per una sintetica ricostruzione della storia istituzionale del PCI e delle vicende connesse all'istituzione e alle caratteristiche dei Comitati di zona cfr. S. Twardzik (a cura di), I manifesti della Federazione milanese del PCI (1956-1984). Inventario, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali-Ufficio centrale per i beni archivistici, 1999, il capitolo L'assetto organizzativo della Federazione milanese del Partito comunista italiano, pp. 20-40.
(9) Ivi, p. 37. La possibilità di istituire Comitati di zona venne prevista per la prima volta dallo statuto approvato dal VI Congresso nazionale del Partito svoltosi a Milano dal 4 al 10 gen. 1948. Cfr. Partito comunista italiano, Statuto. Approvato dal VI congresso del PCI, Roma, 1949, l'art. 20: "Le sezioni di partito possono essere raggruppate in zone composte da più comuni e dirette da un Comitato di zona. Il Comitato di zona è designato dal Comitato federale, sentiti i comitati direttivi di sezione".
(10) Statuto del Partito Comunista Italiano. Testo approvato all'VIII Congresso nazionale, Roma, Seti, 1957.
(11) Statuto del Partito Comunista Italiano. Testo approvato dal X Congresso del PCI, Roma, 2-8 dicembre 1962, Roma, Seti, 1963.
(12) Vedi la lettera cit. nella nota 2.
(13) Cfr. i docc. conservati in ivi, serie Conferenze di organizzazione del Comitato di zona di Fano.
(14) Cfr. ad esempio i docc. conservati in ivi, serie Carteggio amministrativo, fasc. Fano varie [1962-1963] (b. 17, fasc. 29) e in ivi, serie Piani di lavoro del Comitato di zona di Fano, fasc. [Piani di lavoro dal 26 maggio al 13 giugno 1966] (b. 21, fasc. 5).
(15) Cfr. ad esempio ivi, serie Conferenze di organizzazione del Comitato di zona di Fano, fasc. "Comitato zona Fano[. Conferenza di organizzazione dell'8 marzo 1964]" (b. 14, fasc. 3) e ivi, fasc. "13 giugno 1971. Piano di lavoro-Conferenza di organizzazione" (b. 14, fasc. 4).
(16) Su questo argomento cfr. il profilo storico-istituzionale della Sezione Venturini.
(17) Cfr. i docc. conservati in ivi, serie Ambiti di intervento, sottoserie Convegni, manifestazioni, celebrazioni e gite.
(18) Cfr. ivi, serie Carteggio amministrativo, fasc. "Comitato zona Fano-Fossombrone 5-3-1967. Comitato sezione" (b. 17, fasc. 33); ivi, serie Conferenze di organizzazione del Comitato di zona di Fano, fasc."13 giugno 1971. Piano di lavoro-Conferenza di organizzazione" (b. 14, fasc. 4).
(19) L'avvicendamento tra Costanzi e Lucarini è attestato dal "Commento al videogiornale di Telefano" relativo allo svolgimento della Conferenza di organizzazione svoltasi nel gen. 1976 e conservato in ivi, "fasc. Verbali Congressi di Sezione e Conferenza d'organizzazione" (b. 14, fasc. 5). Nel doc. cit., infatti, si legge che "E' stato rinnovato l'organismo dirigente di zona composto da 27 membri che a loro volta hanno eletto quale Segretario di zona Giuliano Lucarini che sostituisce Franco Costanzi [...]".
(20) Cfr. ibidem, l'elenco delle Commissioni e dei suoi componenti.
(21) Informazioni ricavate dalla documentazione conservata in APCISBVCZF e da un'intervista rivolta a Franco Costanzi.

L'attività della Sezione del PCI di Fano è attestata già dal settembre 1944, immediatamente dopo la liberazione della città, avvenuta il 27 agosto, dall'occupazione nazifascista (I). Nonostante le fonti documentino, durante il Ventennio fascista, l'esistenza di organizzazioni clandestine comuniste sia a Fano sia nella provincia di Pesaro e Urbino (II), con la fine della guerra e il ritorno alla legalità dei partiti antifascisti la forma istituzionale ed organizzativa del PCI mutò profondamente (III). Tale trasformazione si deve soprattutto alle disposizioni statutarie approvate durante il V Congresso nazionale del Partito - svoltosi a Roma tra il 29 dicembre e il 5 gennaio 1946 - che diede al PCI un'organizzazione che non ha subito, nei successivi quarantacinque anni della sua storia, modifiche tali da alterarne la struttura definita nell'immediato secondo dopoguerra (IV).
Gli statuti approvati dai congressi del PCI dispongono che l'organizzazione di base del Partito sia la cellula, costituita sul luogo di lavoro o su basi territoriali a seconda del luogo di abitazione degli iscritti. Un ruolo conservato, di fatto, fino alla seconda metà degli anni Cinquanta, quando la Sezione, costituita dalle cellule esistenti nel suo territorio, divenne la vera organizzazione periferica di base del Partito (V).
Le Sezioni, secondo quanto disposto dagli statuti, dovevano tendere ad avere una sede permanente e ad essere il centro di vita politica, sociale e culturale per tutti i lavoratori della località in cui la Sezione esercitava la sua giurisdizione. Per le Sezioni - così come per le Federazioni e per il Partito nel suo complesso - il congresso rappresentava il massimo momento deliberativo, le cui decisioni erano obbligatorie per tutti gli iscritti e per tutte le organizzazioni subordinate. Nel caso delle Sezioni, i congressi (ai quali partecipavano i delegati delle cellule in essa comprese), dovevano essere convocati almeno una volta l'anno (VI) ed eleggere il Comitato direttivo, il Collegio dei sindaci e i probiviri.
I Comitati direttivi sono responsabili dell'attività svolta nel territorio della Sezione: controllano il lavoro delle cellule e verificano l'esecuzione delle decisioni del congresso, delle proprie e di quelle di organismi superiori (nel caso di Fano le decisioni della Federazione comunista di Pesaro-Urbino) (VII).
Il Collegio dei sindaci, previsto dalle disposizioni statutarie solamente per gli anni 1957-1962, è deputato al controllo del bilancio preventivo e consuntivo della Sezione.
I probiviri, infine, formano un organo di controllo (istituito dal 1956) che vigila sul rispetto dello Statuto e della disciplina di Partito e che, dal 1962, eredita i compiti già assegnati al Collegio dei sindaci.
La documentazione conservatasi nell'Archivio della Sezione Bruno Venturini e del Comitato di zona del PCI di Fano non consente di affermare con certezza quale fu la prima sede della Sezione, che soltanto nel 1945 si insediò 'ufficialmente' presso Palazzo Bambini, in via De Cuppis (VIII).
La stessa documentazione, al contrario, dimostra che tra il 1945 e il 1950 ricoprirono il ruolo di segretario alcuni tra i protagonisti dell'organizzazione clandestina comunista attiva a Fano all'inizio degli anni Trenta, ovvero, nell'ordine, Silvio Battistelli (sindaco di Fano dal 1946 al 1951), Enzo Capalozza (sindaco di Fano negli anni 1944-1945) e Remo Rovinelli.
E' molto probabilmente del 1946, invece, l'intitolazione della Sezione al partigiano e dirigente comunista Bruno Venturini, nato a Fano il 28 settembre 1909 e ucciso dai fascisti a Brescia il 29 novembre 1944 (IX).
La giurisdizione della Sezione, fino al 1947, si estese per gran parte del territorio comunale fanese; gli iscritti, al 31 dicembre 1946, erano 2034, di cui 1427 uomini e 607 donne (X). Se è vero, infatti, che già tra il 1945 e il 1946 è documentata l'esistenza di Sezioni comuniste presso le frazioni di Cuccurano, Marotta e Carignano (XI), è altrettanto vero che soltanto tra il 1947 e il 1948 il territorio della Venturini si ridusse sostanzialmente. In seguito alle direttive della Conferenza di organizzazione del PCI svoltasi a Firenze nel 1947, "su pressione" della Federazione comunista di Pesaro e Urbino, la Sezione fu infatti scissa nelle Sezioni intitolate ad Alberto Iacucci, Antonio Gramsci (il cui territorio coincideva con il quartiere Gimarra) e (Alessandro?) Bertini e nella Sezione di Fenile, il cui territorio coincideva con l'omonima zona (XII).
Tra il 1945 e il 1962, ovvero l'anno in cui venne costituito il Comitato di zona Basso Metauro, si registra una diminuzione delle Cellule della Sezione da 51 a 34 (XIII). Nonostante questo significò per la Sezione una diminuzione del territorio nel quale esercitava la propria giurisdizione - alcune sue cellule infatti erano state 'promosse' al rango di sezioni - la documentazione conservata nel suo archivio dimostra che la Venturini, che nei documenti è spesso identificata come la "Sezione centrale" o la "Sezione Centro" (XIV), continuò a rappresentare, almeno fino alla costituzione del Comitato di zona, il punto di riferimento per lo svolgimento dell'azione politica, sociale e culturale non soltanto dei suoi iscritti ma anche di quelli delle altre Sezioni della città.
Con l'istituzione del Comitato di zona, infatti, la Sezione Venturini, come del resto suggerisce la minore documentazione prodotta, diminuì le sue attività lasciando di fatto al Comitato l'iniziativa politica e il coordinamento dell'azione delle diverse Sezioni fanesi.
A questo proposito, alcuni documenti conservati nell'Archivio della Sezione e del Comitato di zona, spiegano efficacemente in che modo si ridussero l'autonomia e le attività della Sezione Venturini (e delle altre Sezioni fanesi) successivamente all'istituzione del Comitato.
Nel 1967, infatti, il segretario della Sezione fanese di Gimarra, Damiano Savio, intervenendo sul mensile "Vita di Sezione", "critica il funzionamento spesso burocratico dei comitati di zona che convocano assemblee e riunioni non per discutere ma solo per ratificare quanto discusso dalla segreteria" (XV).
Nel 1971, inoltre, è utile osservare come il piano di lavoro definito dal Comitato di zona per la preparazione della Conferenza di organizzazione che si svolse il 13 giugno prevedesse il rafforzamento della struttura del Partito e più precisamente lo svolgimento di "un lavoro politico-organizzativo nelle sezioni più deboli" (XVI). Tra queste, appunto, è compresa la Sezione Fano Centro, ovvero la Sezione Venturini (XVII).
Nel 1976, infine, nel suo intervento pronunciato durante la Conferenza di organizzazione del Comitato di zona svoltasi l'11 e il 12 giugno, Giuliano Roberti (membro del Comitato direttivo della Sezione Venturini), affrontò il "problema delle sezioni" ricordando come le Sezioni della zona di Fano si siano "spesso riunite solamente per discutere sul tesseramento e sulla sottoscrizione della stampa" e denunciando come tale attività sia di fatto insufficiente (XVIII).
Nel corso degli anni Sessanta, del resto, il numero degli iscritti e delle Cellule della Sezione si era ridotto ulteriormente: nel 1972, infatti, la "Sezione Centro" annoverava 307 iscritti e comprendeva soltanto 4 cellule (XIX), mentre a Fano erano presenti Sezioni che nella documentazione dei decenni precedenti risultavano essere Cellule della Venturini (si pensi ad esempio alle Sezioni ubicate presso la località di Metaurilia o alla Sezione Leda Antinori di via Fanella) (XX).
Anche relativamente al modus operandi della Sezione, la documentazione conservata nel suo archivio attesta profonde differenze nel periodo compreso tra l'immediato secondo dopoguerra e i decenni successivi: se ancora all'inizio degli anni Cinquanta, infatti, la Sezione ripartisce le proprie attività tra il Comitato direttivo, la Segreteria e commissioni incaricate di seguire branche di lavoro diverse (lavoro di massa, organizzazione, lavoro sindacale, lavoro giovanile, lavoro femminile, amministrazione, stampa e propaganda) (XXI), negli anni successivi l'attività della Venturini appare di fatto demandata prevalentemente al lavoro dei segretari (soprattutto Aldo Amati ma anche Walter Leonardi, Mario Omiccioli, Sergio Marchegiani e Oscardo Severi) e dei componenti i Comitati direttivi.
La Sezione Bruno Venturini, che condivideva la propria sede con Comitato di zona, nel 1968 si trasferì da Palazzo Bambini in via de Petrucci, dove rimase fino al 1976, quando si spostò nella sede di viale Gramsci, presso cui restò fino al suo scioglimento, avvenuto nel 1991(XXII).

Note
(I) Cfr. i docc. conservati in APCISBVCZF, serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli, sottoserie Documenti 1944, fasc. [1944. 1206 Comitato di Sezione e di coordinamento Bruno Venturini Fano; 1206.05 Corrispondenza, convocazioni] (b. 1, fasc. 6).
(II) Cfr. ivi, serie Carteggio amministrativo, fasc. [Carteggio amministrativo 1944-1946] (b. 16, fasc. 1), la relazione della Federazione comunista di Pesaro e Urbino sul lavoro svolto nella provincia per l'applicazione della politica del Partito dalla liberazione al set. 1945; vedi anche le informazioni contenute in L. Venturini Callegari, Bruno Venturini. Umanità razionalità e passionalità politica di un combattente per la libertà, Vangelista, Milano, 1987, pp. 15-36.
(III) Per una sintetica ma utile ricostruzione della storia istituzionale del PCI cfr. S. Twardzik (a cura di), I manifesti della Federazione milanese del PCI (1956-1984). Inventario, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali-Ufficio centrale per i beni archivistici, 1999, il capitolo L'assetto organizzativo della Federazione milanese del Partito comunista italiano, pp. 20-40.
(IV) Cfr. Statuto del Partito comunista italiano. Approvato dal V congresso nazionale del PCI, Roma, UESISA, [1946].
(V) Cfr. Twardzik (a cura di), I manifesti della Federazione milanese del PCI (1956-1984) cit., p. 23: la 'crisi' delle cellule è di fatto 'ratificata' dalle disposizioni statutarie del 1966 che, prevedendo la possibilità di costituire anche sezioni aziendali, determinarono la loro introduzione al posto dei comitati di fabbrica (ai quali, secondo quanto disposto dallo Statuto approvato al termine del IX Congresso svoltosi nel 1960, era stato riconosciuto il ruolo di direzione e coordinamento delle attività svolte dal Partito nelle fabbriche, aziende e istituti presso i quali esistevano più cellule).
(VI) Nel caso della Sezione di Fano è possibile affermare che tale disposizione statutaria venne disattesa (cfr. i documenti conservati in APCISBVCZF, serie Congressi di sezioni, sottoserie Congressi della Sezione Bruno Venturini).
(VII) Nel caso dei documenti conservati nell'Archivio della Sezione Bruno Venturini e del Comitato di zona del PCI di Fano il Comitato direttivo è per lo più indicato come "Comitato di Sezione".
(VIII) Cfr. ivi, serie Carteggio amministrativo, fasc. Mat[eriale] vario [1949] (b. 16, fasc. 4), l'estratto di deliberazione della Giunta comunale di Fano del 24 gen. 1946: il Comune di Fano aveva affittato alla Sezione i locali del secondo e del terzo piano di Palazzo Bambini con deliberazione del 23 set. 1944; questi, però, "furono requisiti subito dopo dalle truppe alleate fino al 6 giugno 1945"; dopo la fine dei lavori di restauro che riguardarono sette locali del primo piano, avvenuta il 29 lug. 1945, la Sezione usufruì complessivamente di diciotto ambienti; la deliberazione del gen. 1946, quindi, stabiliva che la Sezione dovesse pagare un affitto annuo di 12000 lire per il periodo compreso tra il 1° agosto 1945 e il 31 luglio 1946 e, successivamente al compimento dei lavori di restauro degli ambienti del secondo piano, un affitto annuo di 18000 lire. Cfr. anche, ivi, serie serie Documenti 1946-1950 in fascicoli originali, fasc. "Ricevute pagate" (b. 9, fasc. 4): dalla documentazione conservata si evince che nel 1946 la sede della Sezione era sicuramente in via de Cuppis, presso Palazzo Bambini.
(IX) Cfr. i docc. conservati in ibidem. Cfr. anche Venturini Callegari, Bruno Venturini cit., p. 74, il testo della lettera del dic. 1945 inviata da Maria Bellinato (amica di Bruno Venturini e di sua moglie Libera) a Giancarlo Pajetta. La Bellinato chiede a Pajetta di adoperarsi per l'intitolazione a Venturini di una Sezione del Partito.
(X) Cfr. APCISBVCZF, serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli, sottoserie Documenti 1947, fasc. [1947. 1105 Congressi, conferenze, convegni di zona e di sezione di Pesaro; 1105.01 Congressi, conferenze, convegni delle sezioni di Fano] (b. 4, fasc. 4), la relazione organizzativa presentata al congresso del 21 set. 1947.
(XI) Cfr. i docc. conservati in ivi, sottoserie Documenti 1945, fasc. [1945. 1206 Comitato di Sezione e di coordinamento Bruno Venturini Fano; 1206.03 Riunioni Comitati di rione; 1206.05 Corrispondenza, convocazioni] (b. 2, fasc. 6); ivi, sottoserie Documenti 1946, fasc. [1946. 1206 Comitato di Sezione e di coordinamento Bruno Venturini Fano; 1206.03 Riunioni Comitati di rione; 1206.05 Corrispondenza, convocazioni] (b. 3, fasc. 5); ivi, fasc. [1946. 1209 Cellule della Sezione di Fano; 1209.03 Relazioni riunioni di cellula; 1209.05 Convocazioni, corrispondenza] (b. 3, fasc. 7).
(XII) Cfr. ivi, sottoserie Documenti 1948, [1948. 1104 Conferenze e convegni provinciali svoltisi a Pesaro. 1105 Congressi, conferenze, convegni di zona e di sezione di Pesaro; 1105.01 Congressi, conferenze, convegni delle sezioni di Fano] (b. 5, fasc. 4), il verb. dei lavori del congresso della Sezione svoltosi il 16 mag. 1948.
(XIII) Cfr. i docc. conservati in ivi, sottoserie Documenti 1945, fasc. [1945. 1209 Cellule della Sezione di Fano; 1209.01 Elenchi componenti e segretari delle cellule e dei Comitati di cellula; 1209.02 Relazioni politico-amministrative mensili; 1209.03 Relazioni riunioni di cellula] (b. 2, fasc. 7) e ivi, serie Congressi di sezioni, sottoserie Congressi della Sezione Bruno Venturini, fasc. "Materiale congressuale X° Congresso [nazionale]" (b. 12, fasc. 6).
(XIV) Cfr. ad esempio i docc. conservati in ivi, serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli, sottoserie Documenti 1948; ivi, serie Verbali, fasc. "Comitato di coordinamento [e amministratori]" (b. 15, fasc. 5); ivi, serie Congressi di sezioni, sottoserie Congressi della Sezione Bruno Venturini, fasc. "XIII Congresso Fano 15-16 gennaio 1972" (b. 12, fasc. 9).
(XV) Cfr. ivi, Carteggio amministrativo, fasc. "Comitato zona Fano-Fossombrone 5-3-1967. Comitato sezione" (b. 17, fasc. 33), "Vita di Sezione", n. 6, mag. 1967.
(XVI) Cfr. ivi, serie Conferenze di organizzazione del Comitato di zona di Fano, fasc. "13 giugno 1971. Piano di lavoro-Conferenza di organizzazione" (b. 14, fasc. 4).
(XVII) Ibidem.
(XVIII) Cfr. ivi, fasc. "Verbali Congressi di Sezione e Conferenza d'organizzazione" (b. 14, fasc. 5), il verb. del Congresso della Sezione Venturini svoltosi il 20 dic. 1975 e relativo anche all'elezione degli organismi dirigenti della Sezione e dei delegati alla Conferenza di organizzazione della zona e l'intervento alla Conferenza di Roberti, che disse anche le seguenti parole: "bisogna fare molto di più, oggi compagni è necessario discutere di tutto con assiduità e specificatamente problema per problema, bisogna trovare il modo che la sezione diventi il fulcro del Partito[,] la sede dove si elaborano e si apportano i maggiori contributi per la risoluzione di tutti i nodi che sono da affrontare, è necessario promuovere all'interno di essa una più massiccia partecipazione perchè esse sono il più diretto strumento per recepire e contribuire a risolvere le giuste istanze di tutti i cittadini, di tutta la popolazione di una zona [...]".
(XIX) Cfr. ivi, serie Congressi di sezioni, sottoserie Congressi della Sezione Bruno Venturini, fasc. "XIII Congresso Fano 15-16 gennaio 1972" (b. 12, fasc. 6), il verb. del congresso della Sezione svoltosi il 15-16 gen. 1972.
(XX) Cfr. ibidem, il "Piano dei congressi di sezione" della zona di Fano, [1972].
(XXI) Cfr. soprattutto i docc. conservati in ivi, serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli.
(XXII) Informazioni dedotte dalla documentazione conservata in APCISBVCZF e da un'intervista rivolta a Franco Costanzi (responsabile del Comitato di zona tra il 1968 e il 1976).

Ente

Notizie sulla costituzione della Sezione si possono ricavare dalla circolare n. 2 del 14 ottobre 1944 della Federazione provinciale del Pci di Pesaro e Urbino, che invia a tutte le sezioni del partito indicazioni per la costituzione dei "Circoli giovanili comunisti".